Il saldatore nel tempo: storia di un mestiere senza età – Il saldatore è ad oggi una delle figure professionali più richieste nel mondo. Perché è così importante? Come si è evoluta la sua figura nel tempo? Facciamo chiarezza partendo dagli albori.
L’età del bronzo
L’età del bronzo è un periodo temporale caratterizzato dalla lavorazione del bronzo e che trova collocazione approssimativamente tra il 3300 a.C. e il 700 a.C.. A questo periodo risalgono molti manufatti i cui giunti (per l’appunto in bronzo) erano saldati tra loro martellando la parte sovrapposta riscaldata.
Dall’età del ferro al Medioevo
Di approssimativa collocazione storica a partire dal 1100 a.C..
L’esigenza di utensili e armi più robuste in concomitanza della mancanza di reperibilità dello stagno fece espandere e sviluppare rapidamente le tecniche di lavorazione del ferro. Il punto di fusione notevolmente più alto di questo nuovo materiale rese necessario l’invenzione della “fucina”. Il processo nel corso del tempo si è sviluppato fino al medioevo dove si è raggiunto l’apice nelle tecniche di saldatura per forgiatura a martello. Il processo risultava abbastanza lungo, faticoso e grossolano anche se con risultati notevoli dal punto di vista della resistenza.
XIX Secolo
Il XIX Secolo è il secolo che rappresenta una vera e propria svolta per la saldatura. Nel 1802 fu scoperto l’arco elettrico, ma si dovette aspettare il 1881 prima che si riuscisse ad utilizzarlo in un sistema idoneo alla saldatura dei metalli (Primo arco elettrico che utilizzava un elettrodo al carbonio di Nikolai Bernados).
Gli anni successivi furono caratterizzati da studi volti a migliorare il processo sul punto di vista qualitativo e produttivo e nel 1886 il Professor Elihu Thomson brevettò la saldatura elettrica per resistenza. Tuttavia i risultati non erano ancora soddisfacenti, poiché i giunti saldati risultavano ancora poco omogenei.
XX Secolo e l’avvento della saldatura Ossiacetilenica
Benché sia scoperto nel 1836, l’acetilene trova la sua prima applicazione in saldatura nel 1900, il basso costo e la facilità di utilizzo lo resero in breve un processo molto popolare e ancora oggi presente in molte officine. Ed è proprio in questo periodo storico che comincia a delinearsi la figura di saldatore, una figura professionale che fino ad allora si confondeva con il fabbro. Da questo momento in poi la saldatura cambia vesti mostrandosi agli occhi del mondo come un processo omogeneo e ripetibile.
Guerre mondiali – La necessità di evolversi
La grandezza delle due guerre mondiali aveva creato l’esigenza di aumentare la produttività in maniera esponenziale senza mai però tralasciare la qualità dei giunti saldati ad elettrodo rivestito. Il 1920, infatti è l’anno in cui il mondo ha scoperto la saldatura automatica ad elettrodo continuo ed altri processi di saldatura come: la saldatura sott’acqua (1932) e la saldatura TIG (1941).
Il saldatore ai giorni nostri
L’aumento delle richieste di produttività e rispetto delle caratteristiche meccaniche nel corso del tempo hanno reso il saldatore una figura estremamente ambita nel panorama lavorativo. Il saldatore deve avere manualità e competenze tecniche che prima non erano richieste, sembrano lontani i tempi (ed in realtà lo sono per davvero) in cui un saldatore doveva premunirsi più di forza che di cervello nel battere e ribattere il metallo fino a renderlo resistente. Essere saldatore oggi significa essere un operaio qualificato in grado di leggere documenti tecnici e applicarli con sapiente maestria.
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